Lerezione del
            palazzo è sicuramente da ascrivere alla fase di riordino e sviluppo urbanistico, promossa
            dai Farnese nellultimo quarto del XVI secolo. Lattuale proprietario lo ha
            rilevato negli anni sessanta dai Grispii di Tarquinia, acquirenti delle proprietà
            Falzacappa, cui pertineva anche il palazzo, dalla Società Dante Alighieri, beneficiaria
            dei cospicui immobili dei medesimi. 
            Ledificio è sito in via Vittorio Emanuele e pur nella sua modestia, esprime nel. la
            simmetria che regola le sue forme una sicura e sobria eleganza. Esso è strutturato su due
            piani e un sottotetto praticabile. Al piano terra si aprivano originariamente tre grandi
            aperture: al centro lingresso al palazzo riquadrato da montanti e archi. trave in
            nenfro modanati; ai lati gli accessi a due ampi vani di servizio. Questultimi di
            recente sono stati profondamente modificati. 
             
            
              
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            Il piano nobile, distino da quello
            inferiore da un marcapiano modanato di stucco, ripete nelle aperture il ritmo del piano
            terra: una porta finestra in corrispondenza del salone principale che da accesso al
            balcone, fiancheggiata da due finestre, tutte inquadrate da cornici modanate di stucco con
            aggetto sostenuto da mensole inginocchiate. Tre oculi ovali posti in corrispondenza delle
            finestre, danno luce alla soffitta; anche questi sono delimitati da cornici modanate in
            stucco. 
            I due lati della facciata sono sottolineati da ammorsature bugnate realizzate in stucco,
            attualmente molto rimaneggiate e lacunose. 
            I numerosi rifacimenti di cui il palazzo è stato fatto oggetto, hanno profondamente
            modificato le linee e la spazialità originari, si conservano malamente solo par. te del
            prospetto principale e il soffitto ligneo a cassettoni del salone. Rimane però. ancora
            viva nella memoria di molti, la ricca decorazione pittorica che ornava le sali interne, in
            particolare il salone, decorato da scene arcadiche in cui apparivano nudi femminili in un
            ricco scenario naturalistico. Tra la fine degli anni 50 e gli inizi degli
            anni60, quando il palazzo ospitò la residenza comunale alcune tracce di queste
            pitture erano ancora visibili.  |