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AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI VITERBO

 

EMERGENZE ARCHEOLOGICHE E STORICO ARTISTICHE


 
Comune: GRAFFIGNANO
Località: Selva Pagana
Soggetto: Chiesa di S. Leonardo e rovine del fabbricato annesso
Coordinate:

 

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Fig 1
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Fig 2
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Fig 3

La chiesa di S. Leonardo in Selva Pagana (figg.1-2) si trova citata in alcuni documenti del XIII sec. conservati presso l’Archivio Comunale di Viterbo, riguardanti la controversia tra i conti di Persano e il suddetto Comune per il possesso della Selva Pagana, tenuta in cui era compresa la chiesa insieme al castellare, all’ospedale e ad una cappella dedicata alla Madonna (2).
Le strutture della chiesa, nonostante il prolungato uso come rimessa agricola che ne ha gravemente compromesso le condizioni statiche, sono ancora perfettamente leggibili. L’edificio è orientato secondo l’asse QSO-ENE ed è composto da una sola navata rettangolare (m. 11 x 5) che termina con un’abside semicircolare (fig. 3).
Il presbiterio è rialzato di tre gradini rispetto all’aula: questa sistemazione è però pertinente ad una fase edilizia posteriore all’impianto originario della chiesa in quanto ha comportato l’occlusione parziale della luce di una porta ad arco a tutto sesto, attualmente tamponata, che si apriva nella parete meridionale e che dava accesso ad un vano (forse la sacrestia) che appare fortemente rimaneggiato e utilizzato come stalla e rimessa di attrezzi agricoli. In facciata, sopra il portale, totalmente modificato per consentire l’ingresso delle macchine agricole, si apre un oculo con cornice di tufo a due rincassi (fig.4).
La copertura è a doppia falda, sostenuta da capriate a vista e gravemente danneggiata da un crollo che ha interessato la zona sovrastante il presbiterio. L’interno è decorato con affreschi ancora in gran parte leggibili, nonostante l’uso improprio dei luogo e le varie offese subite. Nell’abside è rappresentato Cristo al sepolcro affiancato da quattro santi . Il Cristo è raffigurato emergente da un sarcofago, secondo modi molto diffusi nell’area umbro-laziale a cavallo tra il XV e il XVI sec.:ha le mani incrociate al bacino, gli occhi chiusi, la testa leggermente reclinata sulla spalla destra; la figura, carica di sofferenza, è resa con modi fortemente "espressionistici".

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Fig 4
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Fig 5
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Fig 6

S. Antonio Abate alla sua destra e S. Leonardo alla sua sinistra sorreggono un panno scuro che funge da fondale alla scena. Alla sinistra di S. Leonardo è raffigurato un santo calvo, dalla lunga barba bianca, vestito di scuro abito monacale, portante un libro nella mano destra e un pastorale nella sinistra, da identificarsi con S. Benedetto da Norcia.
Una quarta figura, sulla destra di S. Antonio Abate, non eleggibile perché ricoperta da imbiancatura a calce. L’intera scena absidale è racchiusa in una cornice architettonica monocroma interrotta al centro da una finestra a ogiva decorata nell’intradosso da candelabri su fondo rosso. Sulla parete sinistra, ancora parzialmente ricoperto dalla scialbatura, è raffigurato S. Antonio da Padova, come attestato dall’iscrizione alla base, recante quali attributi un libro chiuso nella sinistra e il fuoco nella mano destra. Sulla parete destra, .inquadrata da una cornice a bande policrome, si trova l’immagine di S. Leonardo, con il caratteristico attributo dei ceppi tenuti con la mano destra ed un libro aperto nella sinistra. L’identità di questo santo, in abiti da diacono, è confermata anche dall’iscrizione alla sua base.
Un altro elemento di notevole interesse, all’interno della chiesa, è un’iscrizione medievale (cfr. n. 12.2), su due lastre marmoree frammentarie riutilizzate nella costruzione del primo gradino di accesso al presbiterio. Annesso alla chiesa, sul lato meridionale, si trova un fabbricato, attualmente in completa rovina costituito dal vano della sacrestia e da due muri paralleli orientati secondo l’asse longitudinale della chiesa e raccordati a oriente da un altro muro che si innesta all’altezza dell’abside. Con ogni probabilità questi resti sono pertinenti al convento dei Frati Minori Conventuali che officiarono S. Leonardo dalla fine del XIII alla seconda metà del XVI secolo (3) (fig. 6).
Tra questi ruderi sono stati rinvenuti una mola in pietra lavica e un’acquasantiera di marmo, ricavata da un capitello di tipo ionico molto rovinato (fig. 5). Questi reperti e i frammenti dell’iscrizione medievale sono attualmente conservati presso il Comune di Graffignano. Inoltre, presso l’angolo sud-orientale delle rovine del convento, si apre un vano sotterraneo coperto a volta (m. 2,30 x 1,50) costruito con conci regolari di tufo. Potrebbe trattarsi di un butto, a giudicare dalla canaletta che, inglobata nella muratura superiore, vi sbocca.

 


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Testi e fotografie: G. Pacchiarotti. F. Ricci, L. Santella (ccbc/Amm.ne Prov.le)

Progetto web: G. CERICA (ccbc/Amm.ne Prov.le)