Comune: |
GRAFFIGNANO |
Località: |
Selva Pagana |
Soggetto: |
Chiesa di S. Leonardo e rovine del fabbricato
annesso |
Coordinate: |
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12.2 Epigrafe medievale
Nella costruzione della gradinata di
accesso al presbiterio della chiesa di S. Leonardo furono riutilizzate due lastre di marmo
iscritte, entrambe collocate nel gradino inferiore. Caratteri estrinseci ed intrinseci
(dimensioni, paleografia e contenuto) consentono di affermare con certezza che i due
frammenti sono pertinenti allo stesso testo epigrafico, originariamente scritto su
ununica lastra, tagliata in due pezzi al momento del reimpiego. Loperazione di
acconciatura dei pezzi ha provocato la distruzione della parte mediana
delliscrizione con grave pregiudizio per la completa intellegibilità della stessa.
Lentità di questa lacuna è difficile da stabilirsi e comunque dovrebbe interessare
almeno un paio di righe. Nella descrizione che segue chiameremo i due frammenti
"lastra A" (fig. 26) e "lastra B" (fig. 27). La "lastra
A" era posta in opera con liscrizione a vista, è di forma rettangolare con gli
angoli superiori smussati e misura cm. 73,5x28x15.
Liscrizione si sviluppa per sette
righe; si notano tracce di scalpello per la preparazione del campo epigrafico e una
leggera rigatura che il lapicida però non ha rispettato, incidendo il testo in maniera
irregolare: laltezza delle righe non è costante e quella delle singole lettere
varia da cm. 2 a cm. 3,5. Sono usate indifferentemente, senza un evidente criterio,
lettere maiuscole e minuscole e luso delle abbreviature si intensifica nelle ult~me
tre righe.
La "lastra B" era posta in opera
con la faccia recante liscrizione a diretto contatto con la malta; nella parte a
vista si leggono due iscrizioni incise nel marmo da due degli eremiti che tennero la
chiesa dopo labbandono da parte dei francescani (fig. 28). Questa seconda
lastra è ugualmente rettangolare (cm. 73 x 33 x 15), spezzata in quattro pezzi forse a
causa del crollo della parte del tetto sovrastante il presbiterio. I frammenti che
compongono la lastra sono attualmente tre; il quarto, sebbene ricercato tra le macerie,
non è stato trovato. Liscrizione si sviluppa per dieci righe e il campo epigrafico,
come nella precedente, appare preparato con scalpello a più punte e opportunamente
rigato. Anche qui landamento dell iscrizione è irregolare: le righe e gli
spazi tra esse non hanno misure costanti e laltezza delle lettere varia da cm. 2 a
cm. 3. Permane luso promiscuo di maiuscole e minuscole, abbondano nessi e
abbreviature e il campo epigrafico risulta più fittamente occupato dal testo.
Prendiamo ora in esame il testo
epigrafico complessivamente (4), alla luce dei criteri formali peculiari del documento
medievale. Liscrizione inizia nella "lastra A" con un imperativo
equivalente alla formula diplomatica detta notificazione, cioè la dichiarazione
dellatto rivolta dallautore agli interessati e prosegue con
lintitolazione ovvero nomi e qualifiche degli autori che sono il conte Rainaldo di
Bonconte e il conte Rainerio di Ugolotto. Segue un preambolo in cui i due conti spiegano i
motivi morali della loro azione (...professi sumus vivere lege lombardorum...) e il
fine ultimo della loro donazione consistente in vantaggi di ordine spirituale (...pro
no bis et pro nostris eredibus redemptisque animis...). Purtroppo la parte centrale
del documento, quella dispositiva è gravemente lacunosa e pertanto
non è possibile accertare quale sia loggetto della donazione, anche se alcuni
elementi intrinseci inducono a pensare ad un immobile probabilmente un fabbricato.
La "lastra B" inizia con una
parte della dispositio in cui si fornisce lindicazione topografica
delloggetto della donazione (...sita in territor...), informazione purtroppo
incompleta in quanto scritta sul frammento mancante di questa lastra. Dal seguito,
comunque, si apprende che beneficiaria dellazione era una chiesa il cui nome,
scritto sicuramente nella zona distrutta dallacconciatura dei pezzi, non possiamo
conoscere, anche se possiamo avanzare lipotesi che si tratti della stessa chiesa di
S. Leonardo, allinterno della quale è stata trovata liscrizione. Nel
prosieguo del testo si ribadisce a questa chiesa la piena disponibilità della cosa
dònata, assicurandola da ogni ingiuria o molestia da parte di chiunque e rafforzando il
tutto con una sanzione pecuniaria di cento soldi da versarsi alla medesima da parte dei
donatori che non avessero rispettato le clausole della donazione (...sit in pena C
soldorum predicte ecclesie...). Seguono la corroborazione (...cartula ista firma
permaneat...) e la sottoscrizione (..signa manuum...). Le firme non sono
intellegibili: nellultima riga è possibile riconoscere al loro posto una serie di
sette segni in carattere minore di diffide interpretazione (segni di croce?).
Questa epigrafe è probabilmente la
trascrizione su pietra di un originale membranaceo, fatto che giustifica ampiamente alcune
sue anomalie rispetto alle forme canoniche del documento medievale quali, tra
laltro, lassenza dellinvocazione, della data cronica e di quella topica.
Nonostante queste carenze èugualmente possibile collocare cronologicamente
liscrizione negli anni a cavallo tra il XII e 1 XIII secolo, sia per i caratteri
paleografici e formali, sia per il fatto che, presso lArchivio della Cattedrale di
Viterbo, si conserva un documento del 1208 in cui compaiono insieme un Rainaldus
Bonicomitis e un Rainerius comes, attivi nel territorio in esame.
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