Acquarossa

Il grande insediamento etrusco si è sviluppato in posizione naturalmente difesa, ma diversa da quelle più comuni, poste su sproni non troppo larghi. Qui ci si trova, nella provincia di Viterbo, a 4 chilometri dalla Cassia (e circa un chilometro dalle strade provinciali Teverina e di Ferento), su un ripiano tufaceo grossolanamente triangolare di circa 15 ettari; a un'altezza che va da 285 a oltre 305 metri, questo è delimitato da pareti ripide di qualche decina di metri, pur se non a precipizio. Il sito è difeso da un meandro del Fosso dell'Acquarossa sui lati occidentale e settentrionale, e sul lato SO da un suo affluente (Fosso del Fornicchio). L'acqua si trova circa 60 metri più in basso e dista da 200 a 400 metri in linea d'aria. Il clima è di tipo Csa collinare, e l'originaria copertura boschiva ha ceduto il passo a cerealicoltura. L'edificato iniziale etrusco, del VII e VI secolo a.C., poggiava su tracce di precedenti impianti di capanne e addirittura resti eneolitici del III millennio a.C. Divenne una città di notevoli proporzioni, la cui popolazione fissa giunse probabilmente a superare i 6000 abitanti, che dovettero abbandonarla nel V secolo, avendo dovuto cedere l'egemonia sul territorio a Velzna (odierna Orvieto). Oltre che alle attività agricole, gli abitanti probabilmente erano dediti allo sfruttamento dei giacimenti di ferro della zona. Più che per i resti di grandi edifici pubblici, il sito si è rivelato di grande interesse per i nuclei di edilizia abitativa, di grande importanza per la conoscenza dell’architettura etrusca domestica. Notevole la "regia" che come per i romani è sia abitazione privata che luogo pubblico di culto. Tutto attorno insediamenti minori e necropoli. Circa un km a NE, su uno sprone sull’altra riva del Fosso dell’Acqua Rossa, sono le rovine di Ferento, considerata romana, ma i cui primi abitanti furono in realtà gli etruschi esuli di Acquarossa.