Castel d’Asso

Antico insediamento etrusco ad un quota di 205 metri, sviluppatosi, come molti altri insediamenti dello stesso periodo, su un pianoro tufaceo, delimitato su due lati dalla confluenza di due torrenti, il Rio Secco ed il Freddano. L'acqua è raggiungibile a una distanza che in linea d'aria non giunge a 60-80 metri, ma con un dislivello di oltre 40. Posto nella parte più bassa della fascia collinare, climaticamente è favorito da temperature invernali miti (Csa).

Altri fossati, di origine artificiale, solcavano, sul lato orientale, il nucleo più antico dell’abitato per scopi difensivi, insieme ad un muraglione di cui oggi sono visibili soltanto pochi resti. La testimonianza archeologica più importante è costituita dalla necropoli, con tombe rupestri, sviluppatasi su un ripiano analogo a quello della città, sulla sponda opposta del Freddano, con varie tombe nelle ripide pareti dei canaloni. In età classica si trova citata come Axia nell’Ager Tarquiniense in un’orazione di Cicerone, e aveva buone comunicazioni con Ferento, Blera, Tuscania; la posizione, a breve distanza dalla Cassia, facilitò lo sviluppo di centri termali ben collegati al Ponte Cammillario e al Bacucco.

Nell'87 a.C. la cittadina entrò a far parte del Municipio di Tarquinia, ma probabilmente l'evento ne diminuì l'importanza. Le condizioni non mutarono quando nel I secolo a.C. entrò a fare parte del Municipio di Sorrina. Del periodo medievale si conservano soltanto i resti del castello, risalenti al XII secolo, edificato sopra l’antica acropoli etrusca. Gestì alcuni feudi nella piana (per esempio, Risiere e Rio Secco), ma il territorio rimase quasi totalmente a pascolo. Perdente nei conflitti con Viterbo, nel 1450 non era già più nominata negli archivi come castello, ma solo come bandita.