Grotte di Castro

Il nucleo originario dell'abitato odierno, a oltre 460 metri di altezza in provincia di Viterbo, è di impianto medievale, ma con molta evidenza si è sviluppato su un sito già popolato dagli etruschi e dotato di buone difese naturali. Il clima è di tipo Csa temperato fresco, e la presenza del lago pur attenuando leggermente il freddo invernale, determina una certa umidità. Si trova circa 4 km a ovest della Cassia, nella parte elevata settentrionale della conca di Bolsena, su uno sprone tufaceo delimitato da due fossi, distanti dall'abitato nemmeno 100 metri in linea d'aria, ma circa 60 metri più in basso.

Le pareti dello sprone sono interessate da un gran numero di cavità alle quali si deve il toponimo, usate come magazzini, cantine o stalle; per la maggior parte si tratta in realtà di antiche tombe etrusche. Va ricordato che il primo centro etrusco fu distrutto dai romani, mentre l'insediamento successivo (forse denominato Tirum) venne devastato dai longobardi; con le incursioni dei saraceni gli abitanti si dovettero riparare nelle antiche necropoli scavate nel tufo, e da questo deriva il toponimo odierno.

Feudo di varie famiglie, seguì infine le vicende del Ducato di Castro e nel XVII secolo venne reincorporato nello Stato Pontificio. Decisamente rilevante la necropoli, sempre etrusca, nella vicina località Pianezze, dove un toponimo Civita segnala la presenza di un antico insediamento. Rinomata produzione di fragole, patate e uva da vino; la popolazione, in lenta diminuzione, è di circa 3000 abitanti.