Tuscania

Cittadina della provincia di Viterbo a circa 180 metri di altezza, su un dosso, di impianto medievale, sulla provinciale Tuscanense (circa 24 km sia dalla Cassia che dall’Aurelia). L'insediamento originario, la cosiddetta acropoli etrusca, sorse sul Colle San Pietro: un rilievo tufaceo che ad un'altezza di oltre 180 metri domina la confluenza (distante circa mezzo chilometro) di un modesto affluente nel fiume Marta, a un'altezza appena superiore a 100 metri. Il clima è quello piuttosto moderato della fascia collinare tra le falde occidentali degli apparati vulcanici e la costa, con tratti di macchia residuale in tutte le zone a pendenza elevata.

Il centro raggiunse già nell'antichità un'importanza considerevole, in fiorenti relazioni commerciali con Tarquinia, Blera, Bisenzio, e l'area edificata e cinta da mura coprì alcune alture a nord dell'acropoli, tanto da farla assimilare a Roma, costruita su 7 colli. La conquista romana non segnò la decadenza della città, che anzi si giovò della sistemazione della Via Clodia, diventata asse urbano principale; risultava popolata anche la valle del Marta, e resti di terme romane si sono trovati presso la chiesa di S. Maria Maggiore, costruzione dell'VIII secolo, che segna l'inizio di una nuova fase di sviluppo.

In effetti, durante le lotte bizantino-longobarde si era verificato un periodo di stasi, e il colle dell'ex acropoli era stato quasi abbandonato; la nuova fase di sviluppo cominciò con la donazione longobarda al papato. Centro tra i principali nell'ambito del Patrimonio di S. Pietro in Tuscia, a Tuscania vennero costruite S. Maria Maggiore e S. Pietro proprio sul colle dell'ex acropoli (che da quel momento assunse il toponimo attuale). La scelta del nome delle due nuove chiese dimostra come proseguisse la tendenza a fare di Tuscania una piccola Roma (e, in questo caso precedendo addirittura quanto si sarebbe verificato a Roma, i lavori di costruzione delle cattedrali sono proseguiti per secoli). Dal IX secolo la città viene riqualificata come civitas, e la diocesi si ampliò, inglobando quella di Tarquinia. I resti esistenti oggi non permettono di seguire l'ampliamento verificatosi fino all'inizio del XIII secolo, che secondo le documentazioni storiche fu sicuramente molto rilevante. Varie famiglie si affermarono, vennero costruiti numerosi edifici e torri, e l'edificato era continuo dalla valle del Marta alle alture settentrionali. Si giunse all'apice nel XIII secolo, quando Viterbo venne sottomessa come castrum e Federico II confermò i diritti di Tuscania sul porto di Murelle, ma agli inizi del secolo seguente il conflitto col papato determinò una rapidissima decadenza. Dopo un altro secolo un tentativo di signoria venne abbattuto, e la decadenza proseguì fino alla distruttiva invasione delle truppe di Carlo VIII (1495). Dopo la devastazione, la valle del Marta e la zona dell'ex acropoli non si ripresero più, mentre la zona centrale sulla Clodia (Rivellino) perdeva di importanza rispetto al terziere SO, attorno al Duomo.

Un violento terremoto colpì la regione nel 1971 e danneggiò seriamente il patrimonio abitativo e monumentale di Tuscania; cominciò un'opera di restauro che si protrae ancora dopo decenni. Si è pure verificato un consistente aumento dell'area edificata, tutto orientato verso ovest, principalmente lungo le vie verso Montalto e Tarquinia, cioè verso il mare. Agricoltura e attività artigianali e turismo sono le attività principali della popolazione, che si mantiene da qualche anno attorno agli 8900 abitanti.