Via Amerina

Il nome di questa strada non deriva da un personaggio, ma dalla località verso la quale era diretta, l’odierna Amelia in Umbria; la costruzione è della seconda metà del III secolo a.C., dopo la conquista romana del territorio falisco. La via consta di tratti per quanto possibile rettilinei, con grande uso di trincee ("tagliate") per ridurre i dislivelli e alti ponti sui corsi d’acqua, peraltro modesti, di cui il territorio tra la conca di Baccano e il Tevere è ricco. La conca di Baccano, toponimo derivato dalla mansio "ad Vacanas" era probabilmente il punto del distacco dalla Cassia, e da qui l’Amerina si dirigeva verso nord senza allontanarsi troppo dalla via principale. Un tratto è ben visibile nella località denominata Selciatella, e anche a Nepi si conserva una ventina di metri del lastricato originario. Circa 2 chilometri oltre Nepi l’Amerina costituì l’asse per il successivo insediamento di Torre dell’Isola, proseguendo quindi rettilinea sul pianoro di S. Lorenzo, dove è oggi obliterata da depositi recenti. Si giungeva così a Falerii, località dove i romani avevano un po’ aiutato, un po’costretto a riunirsi i superstiti della distrutta Falerii precedente, capoluogo dell’Ager Faliscus e odierna Civita Castellana. L’Amerina costituiva il cardo della Falerii ricostruita, e oltre la città proseguiva senza più incontrare centri importanti. La migliore indicazione per individuare l’antico tracciato sono le tagliate, che consentono in qualche modo di ricostruire l’orientamento sucessivo. Il più bel tratto lastricato, di quasi un chilometro, è visibile prima di intersecare la ferrovia Orte-Capranica, ma oltre il tracciato originario può soltanto essere ipotizzato, basandosi ancora sulle tagliate. Si è così stabilito che la strada passava qualche centinaio di metri a est di Vasanello, e scendeva per la via meno ripida al Tevere, nei pressi delle terme di Orte. Il fiume veniva superato giungendo a Seripola (riva sinistra), dove però non rimangono tracce di un ponte. Si risaliva la valle del Rio Grande, e infine si giungeva ad Amelia lungo un percorso di crinale.